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Al Festival internazionale dell’Economia di Torino torna protagonista la globalizzazione

Francesca Liani • 30 Maggio 2023

festival-internazionale-economia-torinoDal 1° al 4 giugno va in scena la seconda edizione del Festival internazionale dell’Economia di Torino.


Studiosi provenienti da tutto il mondo, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni e persino premi Nobel  si confronteranno sul tema di questa edizione: ‘Ripensare la globalizzazione’.

Saranno circa 115 gli eventi in cui economisti e scienziati sociali approfondiranno questo fenomeno alla luce degli scenari attuali e di quelli che potranno essere le prospettive future tenuto conto dell’accelerazione indotta dal progresso tecnologico.

In questo scenario in costante evoluzione viene legittimo domandarsi se abbia ancora senso contrapporre la dimensione locale con quella globale.

Sì dice, citando una metafora postulata dalla teoria del caos di Lorenz, che un battito d’ali di una farfalla possa provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Ebbene questa metafora rende pienamente l’idea di interdipendenza nel quale si muove la società attuale.

Siamo da poco usciti da una pandemia  che ci ha fatto amaramente scoprire che siamo interconnessi non soltanto a livello economico sociale culturale e tecnologico ma inevitabilmente anche a livello sanitario.

La globalizzazione dunque altro non è che un processo d’interdipendenze i cui effetti, positivi e negativi, si riverberano su scala mondiale accrescendo notevolmente il livello di complessità del sistema nonché la competitività tra tutti gli attori in campo.

Il ruolo della globalizzazione

Stando a quanto riportato dall’indagine Delphi Italia+25 svolta dall’Istituto Piepoli.

Il mondo nei prossimi 25 anni continuerà a essere caratterizzato dalla globalizzazione, ma in una forma “spuria”, ridefinita rispetto a oggi attraverso grandi “sfere di influenza”: l’Anglosfera, un grande blocco Sino-Asiatico, un’Africa neo-colonizzata e la piccola ma centrale Europa, ancora protagonista.

Il sistema economico dominante continuerà a essere capitalistico, ma con nuove forme di compenetrazione fra stato e impresa, multinazionali e grandi investimenti pubblici. Nonostante un periodo di contestazione, si affermeranno pienamente il paradigma digitale e si accrescerà la sensibilità ecologica dovuta anche al manifestarsi di sempre più frequenti e devastanti eventi connessi ai cambiamenti climatici.

Nell’era della competizione globale, circolano liberamente e rapidamente soprattutto informazioni ed idee. E’ questa ciò che viene chiamata “l’economia della conoscenza”, una delle condizioni più importanti affinché si possano creare le premesse per il benessere e lo sviluppo nella società.

In questo tipo di società vi è inoltre un altro paradosso: tanto più il sistema diventa grande tanto più le singole parti diventano importanti. Locale e globale. Due facce di un’unica medaglia, due spinte apparentemente contrarie, in realtà assolutamente sinergiche.

Se prendiamo a riferimento il contesto economico ci accorgiamo ad esempio che la divisione del lavoro sta diventando sempre più internazionale, i processi produttivi si segmentano, le imprese si smaterializzano e vanno alla ricerca di luoghi, reali o virtuali, in cui i fattori della produzioni siano meglio allocati. I computer della IBM tanto per fare un esempio sono progettati nella Silicon Valley, costruiti in Indonesia, assemblati in Francia e venduti in tutto il mondo con un semplice click su Amazon, Alibaba o altre piattaforme web similari.

In questo vivere ed agire “al di là delle distanze fisiche” e sempre più interconnessi grazie al digitale, accadrà più spesso che le decisioni prese in contesti lontani o diversi finiscano per impattare le vite delle persone in una sorta di continuo “effetto farfalla” .

Conclusioni

Acquisire tale consapevolezza è una sfida importante per chiunque, non solo per le imprese ma anche per gli enti locali che si trovano a competere tra loro per attrarre investimenti o flussi turistici che siano di supporto all’economia locale. Le nuove sfide declinate nel PNRR sono legate alla transizione ecologica e alla transizione digitale, ai cambiamenti climatici, alla necessità di coniugare creatività umana e intelligenza artificiale, tecnologia e società, benessere individuale e innovazione sociale.

Insomma argomenti e questioni importanti su cui riflettere non mancheranno in questa nuova edizione del Festival internazionale dell’Economia di Torino.

Sarà l’occasione per capire meglio verso dove sta andando il mondo e come ciascun soggetto (individui, imprese, istituzioni, enti locali, mondo dell’istruzione, della ricerca e della formazione) deve prepararsi ad affrontare i molteplici cambiamenti che inevitabilmente arriveranno a piccoli o grandi passi.

 

Fonte: articolo di Francesca Liani
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